Napoli, 23 aprile 2011 – Ammazzato da un raffreddore mal curato. E’ questa, almeno, la prima ipotesi attorno alla morte di un bimbo. Sullo sfondo, le condizioni di totale degrado nelle quali il piccolo è nato ed ha vissuto la sua breve vita: il campo rom di Giugliano, una baraccopoli da anni al centro di polemiche e oggetto dell’astio dei residenti, stagliata alle spalle del centro commerciale Auchan. È il quarto bimbo che muore nel giro di un anno in quest’area fatta di roulotte e abitazioni in lamiera. E’ in una di queste baracche che viveva la piccola vittima. Ieri mattina, poco dopo le 5, la madre lo stava allattando quando si è accorta che non respirava bene. Si rivelerà del tutto inutile la corsa lungo la Circumvallazione esterna per raggiungere il pronto soccorso del San Giuliano. Ai sanitari i genitori hanno raccontato che il bimbo era molto raffreddato. La causa del decesso potrebbe essere stata proprio una crisi respiratoria seguita a un forte raffreddamento, ma sarà l’autopsia disposta dal magistrato di turno a stabilire le cause della morte del piccolo rom, figlio di una coppia di ventenni, nati a Giugliano. I genitori si rifiutano di parlare. Laconiche le parole del papà del bimbo deceduto: “Tempo perso: nessuno ha a cuore la nostra situazione”. Parole affidate ad alcuni volontari di un’associazione che da anni opera in quel campo. Una morte che smuove le polemiche sulle condizioni in cui vivono i rom alla periferia del popoloso comune di Giugliano. Dei 600 rom presenti nella zona Asi, solo 200 hanno trovato posto nel villaggio attrezzato dal Comune con i fondi della Provincia. Gli altri sono stati costretti a vagare sul territorio in attesa di trovare uno spazio adeguato, in molti sono rientrati sui terreni dai quali sono stati sgomberati. Attualmente gli insediamenti abusivi improvvisati a ridosso della zona Asi si trovano alle spalle del centro commerciale, dove viveva il piccolo deceduto, e nei pressi del muro perimetrale della zona Asi e della stazione di Ponte Riccio. Così i 466 rom rimasti fuori dal villaggio attrezzato vivono per strada in roulotte di fortuna. Come quella nella quale viveva ed è morta l’ultima piccola vittima del degrado.
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